L’Hotel Bauer, in origine, grazie ad una piccola storia d’amore veneziana, era conosciuto come Bauer-Grünwald.
Un giovane austriaco intraprendente, Julius Grünwald, arrivò infatti a Venezia e si innamorò della figlia del signor Bauer, il rispettato direttore dell’Hotel de la Ville di Venezia.
Apprezzando il talento del giovane Grünwald per gli affari e l’eleganza, il signor Bauer approvò l’unione dei due giovani e ne seguì l’attività alberghiera.
Dopo il matrimonio, la collaborazione tra i due uomini fu completa e consolidò la salda tradizione Bauer di una gestione familiare che continuò nel tempo.
Alla morte di Grünwald, i suoi eredi proseguirono la gestione dell’albergo fino alla vendita nel 1930 ad Arnaldo Bennati. Oggi il Bauer è diretto dalla terza generazione della famiglia Bennati.
Francesca Bortolotto Possati, nipote di Arnaldo Bennati, è Presidente e Amministratore Delegato del celebre Hotel Bauer dal 1997.
In poco più di 10 anni è riuscita, unendo le sue capacità manageriali e imprenditoriali, alla passione per l’antiquariato e all’arredamento, a intraprendere un massiccio rinnovamento sia della struttura che degli interni del lussuosissimo albergo nel cuore di Venezia, facendolo diventare tra gli hotel piu’ prestigiosi ed eleganti d’Europa.
Ecco il suo intervento:
Venezia salvi se stessa: non c’è salvezza che arrivi da fuori.
Finalmente si è capito che solamente i veneziani possono recuperare la città al degrado inarrestabile a cui sembra destinata. E’ solo grazie a un rinato senso etico che la città può tornare a essere luogo non solo di memoria ma di produzione culturale, non vetrina ma artefice.
Per troppo tempo una parte dei veneziani ha ‘usato’ e ‘abusato’ di Venezia e del suo nome svuotandola di contenuti e dandola in pasto al turismo più bieco in nome di un guadagno facile che in realtà ha indebolito la struttura economica cittadina.
Uno degli esempi più lampanti è l’arte vetraria di Murano, bandiera dell’eccellenza e della creatività lagunare, che è stata svenduta sull’altare della globalizzazione.
Copiato e svilito, il vetro muranese è stato tradito da una parte degli stessi veneziani.
Ben venga, allora, questo impegno da parte del Consorzio Promovetro di Murano perché si moralizzi la società lagunare e si dissuadano le persone dall’apertura di negozi di souvenirs scadenti e dall’acquisto degli stessi, puntando sulle conseguenze che questi hanno sull’economia e sull’immagine di Venezia, nella convinzione che un artigianato di qualità sia portatore di ricchezza, di un turismo migliore e un’immagine diversa e positiva della città.
La stessa cosa vale per altre attività produttive, e mi auguro che l’esempio del Consorzio possa essere mutuato da ulteriori categorie economiche.
Francesca Bortolotto Possati
President & CEO
THE BAUERs – Venezia
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